Oblio

Lo spazio aperto dava un immenso senso di pace, era un mare verde che ondeggiava elegantemente sinuoso ad ogni alitare del vento.

Margherite e ranuncoli apparivano e scomparivano ad ogni folata, punti bianchi e gialli ritmicamente ammiccanti come allegri folletti.

Il buio dilatato dei tristi pensieri poco a poco lasciava spazio alle miriadi di macchie colorate che si impossessavano della mente con una forza positiva, prorompente.

Tutti lo dicevano, quello era un luogo di magia, dominato, sembrava, da una entita' buona, sconosciuta, che appena invadevi il suo spazio ti avvolgeva nelle sue ampie "braccia rigeneratrici".

L'unico pericolo era che se avessi ceduto a questa forza non saresti stata piu' la stessa, avresti dimenticato tutto della vita vissuta fino ad ora, le gioie, i dolori, le vittorie, i fallimenti, i momenti di pace e di guerra, tutto sarebbe svanito nel verde mare ondeggiante. Ne valeva la pena? Sarebbe stato come fare un lungo viaggio nell'ignoto, ritornare diversa, cambiata, pronta per altre prove, forse piu' facili, forse piu' difficili, ricche di belle sorprese o piene di ostacoli.

Sarebbe stata pronta nuovamente alla lotta? No, non ne valeva la pena.

Il vento le sfioro' i capelli e gentilmente la scosse dai suoi pensieri;
lentamente ritorno' sui suoi passi, nel caos della citta'.

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Copyright ©2004: Parretti Lucia G.    DOI: 10.3247/ilcl09.032 Disegno di Stan Sýkora